lunedì 2 febbraio 2015

chi sono io

Oggi la prof stronza di latino mi ha interrogata per darmi il colpo di grazia. Infatti lei non mette mai la sufficienza subito dopo un compito da 4. Te la devi sudare, e tanto.
La cosa strana è che la stronza di latino quando diventa la divertente di italiano mi piace tanto. Mi dà sempre bei voti e parliamo tutti insieme di cose interessanti, attuali. 
Oggi per esempio abbiamo parlato dell'esilio a causa della diversità e delle maschere che noi portiamo in nome della società. E quando ci sono certi discorsi non si può non approfittarne per interrogarsi sulla propria persona. Quindi, chi sono io?
A intervalli mi pongo La Domanda. Soprattutto nei periodi di merda come questo in cui tutto intorno a me sembra farmi dubitare sulle mie convinzioni causa epiteti vari e discorsi sul futuro (vedi padre e sua figlia stupida).
è brava ma...
è figa ma...  
è intelligente ma...
è una puttana anoressica
è una stronza
è falsa
alcolizzata
doppiogiochista fuori di testa
egoista egocentrica
puttana (sì, di nuovo)
complessata
troppo magra
troppo grassa
troppo bassa
troppo
troppopoco
perfettabellabruttastupida
Boccheggio, boccheggio in un mare di stronzate.
Sto a stento a galla.
Fingo.
Fingere è forse la cosa che mi riesce meglio.
Forse nemmeno qui sono stata sincera. In mezzo a parole di cui non devo rendere conto a nessuno ci sono, o al massimo ci saranno, almeno un paio di stronzate.
Perché non riesco a dire la verità a me stessa?
Forse in mezzo a tutte le maschere che ho sempre indossato ho perso di vista la mia faccia e ora non riesco più a trovarla. Non riesco più a riconoscermi.
Mi confondo e un giorno credo che quella vera sia la stronza, quello dopo l'egocentrica che ad alta voce non è mai soggetto delle proprie frasi, quello dopo ancora la puttana che non riesce a volere un ragazzo per poi trovarsi la notte con il bisogno di stringere qualcuno.
Non so più da che parte guardare. Forse sotto ai piedi, magari lì sotto oltre a trovare la mia autostima trovo anche qualcos'altro. 
Ho paura di perdere qualcosa. Di lasciare indietro una parte di me che non tornerà più.
La coscienza per esempio. Non riesco neanche a piangere, non sono riuscita a piangere nemmeno al funerale di mia nonna. Sono diventata troppo forte per lasciar trasparire le mie emozioni in pubblico.
Forse dovrei andarmene da qui e lasciare le maschere di ora nel luogo in cui me le hanno messe, metterne di nuove migliori di queste o liberarmene del tutto piano piano. 
E' possibile una cosa del genere?

2 commenti:

  1. Ciao Lily! :) sono finita nel tuo blog per caso, non sapevo che prima ne avessi uno, forse perché ho iniziato a frequentare blogger questa estate e ne ho aperto uno un mese fa! Ho letto questi post e ho deciso di commentare sull'ultimo, posso dirti che ri capisco benissimo per quanto possa contare, anch'io mi sento divisa tra due mondi e sto cercando di salvarmi anche se è dura... Anch'io sento di aver perso il controllo della mia vita cercandolo in una malattia che paradossalmente mi ha illuso di averlo... E non sai quanto ti capisco per la situazione a scuola! Spero di leggerti ancora e capire di piu della tua storia, intanto ti mando un bacio e appena ho tempo ti aggiungo ai blog che seguo, puoi contare sul mio supporto anche se non ci conosciamo non sei sola! :) :*

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    1. Grazie Kiki, fa piacere non essere soli, anche se può sembrare egoistico.
      Ti seguo!

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